da UNA ROSA NEL CUORE
da 6.2 Unire è impossibile? (pagg. 117-118)
Sono le prime righe della mozione presentata da Giuseppina Ciuffreda e votata a maggioranza dal Congresso con la quale veniva ratificata l’istituzione del “Coordinamento femminista [per consentire] di porre in modo corretto e nuovo, nei confronti del classico schema terzinternazionalista della commissione femminile, il rapporto partito-movimento”.
Data la premessa, le presentatrici della mozione, in netta divergenza con il documento presentato da Ernestina Baldini, si dichiaravano “contrarie a un gruppo misto (più o meno tendenziale) che riproduce i limiti e la logica della commissione femminile” ritenendo che “reali momenti di autonomia delle compagne, non disgiunti da un confronto dialettico con tutte le strutture del partito, [fossero] l’unica strada che può permettere al nostro partito di lavorare coscientemente per la rivoluzione e per la liberazione della donna”.
Il movimento femminista stava prendendo a spallate tutte le certezze sulle quali, fino a quel momento, si era costruita la narrazione delle “magnifiche sorti e progressive”.
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