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Hannah Arendt


Ogni movimento della Nuova Sinistra, quando è giunto il momento di trasformarsi in Vecchia Sinistra – di solito quando i suoi membri hanno raggiunto i quarant’anni – ha seppellito prontamente il primo entusiasmo per Rosa Luxemburg insieme ai sogni di gioventù;
e dato che, di solito, non ci si è preoccupati di leggere, e tanto meno di capire, quanto lei aveva da dire, si è trovato facile liquidarla con tutto il filisteismo condiscendente del loro status appena acquisito.


da Una Rosa nel cuore 6.1 Unire è difficile (pagg. 108-109)

I socialisti tedeschi erano convinti che gli eventi rivoluzionari potessero accadere soltanto in lontane terre barbare. Il suo primo contatto con una vera rivoluzione le insegnò molte e migliori cose della disillusione e delle belle arti del disprezzo e della sfiducia.  Ne ha ricavato l'intuizione della natura dell'azione politica. […] Aveva imparato dai consigli operai rivoluzionari (i successivi soviet) che "una buona organizzazione non precede l’azione ma ne è il prodotto"; che "l’organizzazione delle azioni rivoluzionarie deve e può essere appresa soltanto nel corso della rivoluzione stessa, così come il nuoto può essere appreso soltanto in acqua"; che le rivoluzioni non sono "fatte" da qualcuno ma scoppiano "spontaneamente" e che "la spinta all’azione" viene sempre "dal basso". Una rivoluzione è grande e forte finché i socialdemocratici [all’epoca ancora l’unico partito rivoluzionario] non la distruggono”.  
Lei rifiutò categoricamente, dall'inizio alla fine, di vedere nella guerra, a prescindere dal risultato finale, qualcos'altro del più terribile disastro; il prezzo in vite umane, specialmente in vite proletarie, era troppo alto in ogni caso. Inoltre, sarebbe andato contro la sua natura considerare la rivoluzione come profittatrice di guerre e massacri - cosa che non infastidiva affatto Lenin. Per quanto riguarda la questione dell'organizzazione, lei non credeva in una vittoria in  cui il popolo in generale non avesse parte e voce; credeva così poco nel mantenimento del potere a ogni costo che temeva molto di più una rivoluzione distorta che una rivoluzione mancata. Questa era, infatti, la principale differenza tra lei e i bolscevichi. Gli eventi non le hanno forse dato ragione? La storia dell'Unione Sovietica non è forse una lunga dimostrazione degli spaventosi pericoli delle "rivoluzioni distorte"? Il "collasso morale" che lei ha previsto - senza, naturalmente, immaginare la sfacciata criminalità del successore di Lenin - non è stato forse più dannoso alla causa della rivoluzione, secondo il suo intendimento, di quanto avrebbe potuto fare "ogni sconfitta politica [...] in una lotta franca contro forze superiori in una situazione storica sfavorevole"? [...] Rosa Luxemburg non è vissuta abbastanza a lungo per vedere quanto avesse ragione e per osservare il terribile, e terribilmente rapido, decadimento morale dei partiti comunisti, prodotti diretti della rivoluzione russa, in tutto il mondo.


da "Rosa Luxemburg,  dopo un lungo e solitario inverno" di Stefania Tarantino - il manifesto 2 ottobre 2022
[...] Che cosa rimane oggi di Rosa Luxemburg? Tramontate le velleità di emancipazione, liberazione, ispirate dai principi del socialismo, rimane una concezione molto ampia del concetto di vita e di vivente dove le «lacrime umane» stanno insieme alle nuvole, agli uccelli, alle piante ...
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