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la play-list di Una Rosa nel cuore

1.2 L'aquila e la gallina - pag. 6
Davanti a noi c’erano i ferrovieri dell’officina di Santa Maria la Bruna. Decimati, negli anni successivi, dall’amianto che era utilizzato per coibentare i vagoni che riparavano. L’amianto che “Berta filava” nella canzone di Rino Gaetano e che stava avvelenando lavoratori e intere comunità.
1.3 La Rosa e la tonaca - pag. 10
D’altra parte, quando nel 1966 Gianni Morandi, contro il  parere dei suoi discografici, incise C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, fu invitato in tutti i modi a sostituire, quanto meno, le parole Vietnam e Vietcong. E nel 1967, durante la trasmissione radiofonica Hit-Parade condotta da Lelio Luttazzi, il disco, che nel frattempo aveva scalato le classifiche di vendita, veniva sì presentato, ma facendo ascoltare Se perdo anche te, incisa sul lato B del 45 giri. Per ascoltare  la versione "censurata"
1.3 La Rosa e la tonaca - pag. 10
Per dovere di cronaca bisogna aggiungere che nel 1969, mentre milioni di giovani in tutto il mondo ritmavano «ce n’est qu’un début, continuons le combat», andò ancora peggio a Je t’aime moi non plus del duo Jane Birkin e Serge Gainsbourg. Il titolo della canzone veniva soltanto citato e, quindi, non riuscimmo mai neanche a sapere cos’altro avessero inciso sulla seconda facciata del disco. [CLICCA QUI]
1.3 La Rosa e la tonaca - pag. 11
Consumai quelle pagine, intrecciando i miei pensieri con La guerra di Piero che, con fatica, provavo a suonare con la chitarra (marca Crucianelli), che mi era stata regalata dai miei genitori alla Befana e che, alcuni anni dopo, avrebbe avuto migliore sorte tra le mani di mio fratello Corrado.
N.B. qui è riportata la versione con la PFM del 1979

2.2 Arriva la campagna - pag. 26
... tra di noi c’era un ragazzo, di poco più grande, che per lavoro faceva l’edile ed era anche iscritto al sindacato. [...] “Non so se hai presente un muratore, ottimista e di sinistra…” Lucio Dalla avrebbe composto Disperato Erotico Stomp alcuni anni dopo ma, forse, lo aveva conosciuto in un’altra vita e si era limitato a riadattare il testo.
3.1 L'abbigliamento del liceale - pag. 33
Non ero certo l’unico a non sapere dove si trovasse l’isola di Wight e a non conoscere, ancora, gli Jefferson Airplane che a fine agosto ci avevano suonato nella prima edizione del festival del quale, soltanto nel 1970, i Dik-Dik ci avrebbero fornito alcuni edulcorati indizi, perfino fuorvianti, descrivendola come “l’isola di chi, ha negli occhi il blu, della gioventù, di chi canta hippy, hippy, pi”.
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3.1 L'abbigliamento del liceale - pag. 34
E, d’altra parte, mezzo milione di giovani americani, sebbene più avanti di noi su questo versante e già impegnati a contestare la guerra nel Vietnam, avrebbero dovuto ancora aspettare il successivo agosto 1969 per partecipare al concerto di Woodstock e avere la possibilità di ascoltare, tra l’altro, Jimi Hendrix chiudere il festival alle nove del mattino di lunedì 18 proponendo una versione “psichedelica” dell'inno nazionale degli Stati Uniti The Star – Spangled Banner.
3.4 Il sapore amaro della sconfitta - pagg. 50-51
Così come doveva essere accaduto, soltanto pochi anni prima, a Jan Palach e ai suoi compagni universitari che ne seguirono l’esempio estremo, durante quella Primavera di Praga alla quale ha fornito note e parole Francesco Guccini, commuovendomi ogni volta che le ascolto: “Dimmi chi sono quegli uomini stanchi, di chinar la testa e tirare avanti; dimmi chi era che il corpo portava, la città intera che lo accompagnava; la città intera che muta lanciava, una speranza nel cielo di Praga”.


4.2 Lei ha letto Cooper? - pag. 63
L’idea della radio avrebbe anticipato l’epoca delle “radio libere” cantate da Eugenio Finardi nel 1976, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ne consentiva la diffusione. Niente di particolarmente politico ma, per anni, abbiamo canticchiato: “Se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più, perché libera la mente”.
5.4 I comunisti mangiano i bambini? - pag. 95
Nel salutare Cesare, pensando al filo rosso che collega cinquanta anni della storia della sinistra nella nostra città, mi ritornano in mente le parole della canzone di Francesco De Gregori: “sempre, e per sempre, dalla stessa parte mi troverai”.
Piccola eccezione. Per la versione di Fiorella Mannoia
6.4 Qualcuno era comunista... pag. 124
A settembre del 1976 a Napoli si tenne la festa nazionale dell’Unità. Ci passavamo intere giornate, passeggiando nei viali della Mostra d’Oltremare, ascoltando qualche dibattito ma, soprattutto, non perdendoci neanche un concerto, da Lucio Dalla a Max Roach, ballando al ritmo scandito dai musicisti cubani o dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare, gridando «El pueblo unido jamàs serà vencido!» con gli Inti Illimani.  
6.4 Qualcuno era comunista... - pag. 125
Non potevamo ancora sapere che il momento più alto di mobilitazione popolare nel nostro Paese, sarebbe coinciso con la tragica partecipazione ai funerali di Enrico Berlinguer di milioni di persone, in presenza o con il cuore, con gli occhi pieni di lacrime e un vuoto che non sarebbe più stato colmato. Meglio, allora, affidarsi alle parole (in musica) di Alessandro Luporini e Giorgio Gaberscik, in arte Gaber. “Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia ...
7.4 Parole di piombo - pag. 151
Non ci erano mai mancati il senso pratico e una lettura dialettica del contesto. Inoltre, ci venne in soccorso una strofa di Bocca di rosa, di Fabrizio De André. “Spesso gli sbirri e i carabinieri al proprio dovere vengono meno, ma non quando sono in alta uniforme e l’accompagnarono al primo treno”. È con questo spirito che ci avvicinammo alla guardiola dei Carabinieri in servizio sotto la stazione e rimanemmo sempre a stretto contatto visivo con un giovane militare che, lo si comprendeva chiaramente, dissentiva da quello che stava avvenendo sotto i propri occhi.
7.5 Il maestro - pag. 155
Pier Paolo Pasolini commentò gli scontri tra la polizia e gli  studenti di architettura di qualche settimana prima a Valle Giulia. Parole che fecero scandalo e che fu difficile “digerire” tra chi si era riconosciuto nelle lotte del movimento degli studenti del '68 che, proprio nelle giornate che avevano preceduto e seguito “la battaglia di Valle Giulia”, aveva assunto una nuova consapevolezza. “Non siam scappati più...” cantava Paolo Pietrangeli e ripetevano, in tante altre occasioni simili, gli studenti che si stavano mobilitando in tutto il Paese. Eppure…
8.4 Il dolore del distacco - pag. 176
Una di quelle notti vennero a bussare alle saracinesche abbassate alcuni giovani fuorisede, ricoperti di sangue. Furono aiutati a ripulirsi, furono medicati e gli fu consentito di restare per riprendersi, per fortuna, soprattutto dallo spavento. Provenivano da un alloggio di Montesanto e, non riuscimmo mai a capire bene come e perché, gli era scoppiata tra le mani una bomba. Come il pescatore di De André, non ci guardammo neppure intorno e versammo il vino e spezzammo il pane, per chi diceva ho sete, ho fame.
...
Spesso, mentre ci preparavamo, canticchiavamo la canzone di Pino Masi: “Oggi ho visto, nel corteo, tante facce  sorridenti, le compagne quindici anni, gli operai con gli studenti, il potere agli operai, no alla scuola del padrone, sempre uniti vinceremo, viva la rivoluzione”. [CLICCA QUI]

9. Oggi ho visto nel corteo... - pag. 180
Anche se, in tutta franchezza, come per Contessa di Paolo Pietrangeli, non mi aveva mai appassionato particolarmente per la crudezza delle strofe successive.

...
Ho sempre preferito O cara moglie, composta da Ivan Della Mea nel 1966. Un malinconico canto che racconta di una vertenza sindacale. “Proprio stamane là sul lavoro, con il sorriso del caposezione, mi è arrivata la liquidazione, m’han licenziato senza pietà [...]
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